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Daimler non ha bisogno di aiuti dallo Stato tedesco

Ola Kallenius afferma che l’azienda ha ricevuto un ottimo numero di ordini prima della pandemia

Ola Källenius
Ola Källenius

A differenza di alcune case automobilistiche, Daimler non ha bisogno di fondi aggiuntivi e pertanto non farà domanda per gli aiuti offerti dallo Stato tedesco, nonostante di recente abbia dovuto interrompere la produzione presso i suoi principali stabilimenti in Europa.

Ola Kallenius – CEO del gruppo – in un’intervista al quotidiano Handelsblatt, ha dichiarato: “Attualmente Daimler non ha bisogno di aiuti di Stato. Prima della crisi, l’industria ha ricevuto un ottimo ordine“.

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Daimler, la domanda di nuove auto in Cina inizia ad aumentare

Daimler: il gruppo tedesco non ha bisogno degli aiuti offerti dalla Germania

Alla domanda se la sua azienda avrebbe aiutati i fornitori in difficoltà, Kallenius ha affermato: “Stiamo discutendo in modo permanente con i nostri fornitori e li consultiamo. Fino ad ora non c’è stato un caso in cui la liquidità fosse un problema“.

Nel frattempo, Daimler ha già riaperto la sua fabbrica in Cina dove si dice che la domanda di nuove auto abbia ottenuto un incremento. Il CEO ha proseguito, aggiungendo: “La stragrande maggioranza dei nostri concessionari ha riaperto, i clienti stanno tornando. Ogni giorno sempre più persone vengono nei nostri concessionari. La domanda sta aumentando, il che ci rende ottimisti“.

Nonostante il fatturato in Cina, il gruppo tedesco ha fermato la maggior parte degli stabilimenti Mercedes situati in Europa e negli Stati Uniti poiché le catene di approvvigionamento non possono essere mantenute, secondo quanto riportato da Autonews.

Parlando di Mercedes, Markus Schafer – capo R&D della Stella di Stoccarda – ha recentemente affermato che la sua azienda potrebbe ridurre drasticamente la gamma di modelli, oltre a piattaforme e motorizzazioni, nel tentativo di ottimizzare i profitti. Tuttavia, questa iniziativa deriva dal fatto che la casa automobilistica tedesca vuole concentrarsi sullo sviluppo di veicoli elettrici e non a causa dell’emergenza coronavirus.