Mercedes e Bosch hanno condotto una serie di test sulle strade di Firenze, con il nome di RDE (Real Drive Emissions), con l’obiettivo di evidenziare quante emissioni vengono rilasciate dalle sue auto di ultima generazione in condizioni di guida reale e nel traffico cittadino.
In questo modo, le due aziende tedesche possono sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sui grandi passi in avanti fatti nello sviluppo delle tecnologie nel settore automobilistico per quanto riguarda la sostenibilità ambientale.
Mercedes: la Stella di Stoccarda ha portato alcuni veicoli sulle strade di Firenze per effettuare dei test RDE
Per effettuare queste prove, il marchio di Daimler ha messo a disposizione tutte le sue tecnologie e delle vetture con motori a combustione interna sia a benzina che diesel. In particolare, Mercedes ha usato una Classe A 200 d con motore diesel da 2 litri da 150 CV, una Classe B 160 con motore benzina da 1.3 litri da 109 CV e una Classe C 300 de con tecnologia ibrida plug-in EQ Power equipaggiata con un diesel da 2 litri abbinato a un motore elettrico per una potenza complessiva pari a circa 310 CV.
Rispetto ai normali test che vengono condotti sul banco di prova, i test RDE vengono effettuati su strade aperte e nel traffico reale in quanto in questo modo è possibile mettere alla prova l’auto in una serie di circostanze che difficilmente possono essere simulate in laboratorio come semafori, rotatorie e Stop & Go.
Mercedes e Bosch hanno installato a bordo dei veicoli provati un dispositivo chiamato Portable Emission Measurement System (PEMS) che consente di misurare l’inquinamento proveniente da ossidi di azoto (NOx) e polveri sottili (PN).
I risultati delle prove effettuate a Firenze sono stati molto positivi. In particolare, i valori del particolato si sono attestati su livelli 100 volte inferiori rispetto ai limiti mentre quelli di ossidi di azoto 15 volte in meno. Inoltre, le due aziende hanno affermato di non aver mai rigenerato il filtro antiparticolato durante i test.
La rigenerazione avviene attraverso la combustione delle polveri accumulate all’interno e viene riconosciuto come un processo in grado di generare parecchie emissioni. Recenti studi hanno però dimostrato che la rigenerazione comunque produce livelli di particolato inferiori rispetto alla soglia massima consentita.
Oltre a Firenze, Mercedes e Bosch hanno effettuato altri test a Milano, Roma e Torino. Anche in questo caso, i risultati finali sono stati ottimi e sempre al di sotto dei parametri previsti. Inoltre, è stato dimostrato che le emissioni di ossido di azoto e di particolato del motore diesel Euro 6d analizzato erano inferiori a quelle del propulsore a benzina a iniezione diretta, pur rimanendo entrambi al di sotto dei limiti previsti.