Che ne sarà dell’auto da qualche anno a questa parte? Una risposta certa, incontrovertibile, ovviamente, nessuno ce l’ha. Ma in Germania il tema delle plug-in è estremamente di attualità e dà adito a discussioni davvero accese. Il Paese europeo caratterizzato da una sfilza quasi infinita di marchi e sottomarchi legati, direttamente o indirettamente, all’industria automotive è stato fino poc’anzi il regno del motore endotermico. Almeno le cose funzionavano così in passato, mentre oggi le opinioni sono fondamentale divise in due.
Da una parte Mercedes e Volkswagen premono per una svolta elettrica più netta, mentre Porsche e BMW appaiono più restie. Una posizione quasi remissiva difficile da mantenere oggi, anche in considerazione dei preoccupanti numeri emersi sull’ambiente. L’ecosistema, ormai “stanco” dei soprusi e dei maltrattamenti subiti, si sta palesemente ribellando. E per tornare a vivere sotto l’insegna della pace occorre un cambiamento tangibile, radicale nel comportamento dell’uomo.
Ibride plug-in, norme più stringenti per gli incentivi in Germania: la proposta
Adesso sul discorso si sta per abbattere un’ulteriore tegola, vale a dire le norme più stringenti attinenti agli incentivi per le ibride plug-in. Queste auto, dal peso superiore ma con la capacità di procedere in modalità al 100% elettrica, erano considerate una meta di passaggio tra endotermico e ibrido. Ma poiché l’avvenire sarà unicamente a zero emissioni, tale tecnologia rischia di rimanere confinata per una ristretta schiera di vetture, tra cui le supersportive.
Negli ultimi tempi una proposta avanzata dalle istituzioni governative della Germania, di incrementare l’autonomia elettrica per le plug-in in modo da ottenere gli incentivi d’acquisto, ha scosso le fondamenta dell’industria.
Una questione di autonomia
L’autonomia minima totalmente elettrica per le ibridi plug-in, occorrente per aderire alle iniziative promozionali, salirebbe da 40 a 60 km a partire dall’ottobre 2022 e da 60 a 80 km il 1° gennaio del 2024, stando a quanto riferito da Automobilwoche.
Mentre scriviamo, un ibrido dal prezzo di circa 40 mila euro ha diritto a uno sconto di 6.750 euro; oltre la soglia dei 40 mila euro i veicoli ricevono uno sconto di 5.625 euro in Germania. A esprimersi su tale proposta, potenzialmente in grado di accrescere il costo delle auto, sono state l’Associazione dei produttori internazionale di veicoli a motore (VDIK) e l’Associazione tedesca dell’industria automobilistica (VDA).
Il numero uno di VDIK, Reinhard Zirpel, sostiene che, se il piano andrà in porto, circa il 50 per cento delle ibridi plug-in offerti dai membri aderenti a VDIK perderà l’accesso ai sussidi fin qui erogati. Soprattutto nell’incremento del mercato dell’elettromobilità – ha affermato – consiste nel segnale sbagliato. Persino i veicoli più piccoli e pertanto meno onerosi sono coinvolti da tali normative più severe, ha sottolineato Zirpel.
In un comunicato il presidente di VDA, Hildegard Mueller, ha espresso sostanzialmente l’identico concetto. Un ragguardevole numero di ibride plug-in, che in precedenza erano ammissibili per i sussidi – ha asserito -, diventeranno meno attraenti agli occhi della clientela potenziale.
Ibride plug-in: la situazione in Italia
E l’Italia? Attualmente la situazione per le ibride plug-in risulta più vantaggiosa in confronto alle full hybrid. Tuttavia, con le agevolazioni i vantaggi inerenti all’acquisto di vetture elettriche era di gran lunga preferibile.