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Lewis Hamilton: “Un onore essere nel club dei grandi”

Il pilota della Mercedes commenta la sesta gioia iridata in Formula 1

Lewis Hamilton
Lewis Hamilton

Lewis Hamilton è campione del mondo di Formula 1 per la sesta volta. Nel Gran Premio degli Stati Uniti, corso ad Austin (Texas), il pilota Mercedes ha ipotecato i giochi, concludendo secondo dopo il quinto tempo nelle qualifiche. Con questo titolo raggiunge Juan Manuel Fangio, a meno uno da Michael Schumacher. Ecco le sue dichiarazioni in conferenza stampa:

Emozioni provate. “È davvero travolgente, in tutta onestà. Oggi è stata una gara molto ostica. Ieri una giornata difficile. Valtteri ha compiuto un lavoro fantastico, quindi enormi congratulazioni a lui. Oggi volevo solo recuperare e fare doppietta per la squadra. Non pensavo fosse possibile un unico pit-stop, ma ho lavorato il più duramente possibile. Sono così pieno di emozioni. Ho qui il mio intero team. Ho qui mamma e papà, la mia matrigna e il mio patrigno, mio ​​zio George e mia zia da Trinidad e ovviamente i famigliari a casa. È solo un onore essere quassù con quei grandi”.

Non mollare mai. “Quando avevo sei o sette anni, mio padre mi ha detto di non mollare mai e questo è il tipo di motto della famiglia, quindi non mi sono mai arreso. Stavo spingendo il più forte possibile. Speravo di poter vincere oggi, ma sfortunatamente non ci sono riuscito per le gomme”.

Prospettive. “Non so quanti campionati vincerò ma come atleta mi sento fresco come in questo momento, sono pronto per le prossime gare, non ci arrendiamo, continueremo a spingere. Devo dire un grande, grande grazie a tutto il mio staff in tutto il mondo, a tutti quelli che sono venuti qui questo fine settimana per rendere l’evento ciò che è, e anche a tutti gli inglesi e alle persone con le bandiere del Regno Unito in mio supporto. Grazie mille dal profondo del mio cuore”.

Unico pit-stop. “Oggi, sembrava che tutti si fermassero una sola volta, ma l’aumento della temperatura ha cambiato i piani. Si poteva vedere i piloti nelle prime posizioni cominciare a lottare con le loro gomme. Max poi si è fermato abbastanza presto. La squadra certamente non si aspettava di fare due pit-stop e, dal canto mio, pensavo: “OK, partito quinto, devo capire come ottenere la prima posizione”. È tutto ciò a cui ho pensato per tutta la giornata: come avrei potuto vincere questa gara. E così, ho curato le gomme come meglio potessi fare. E penso che quest’anno sia stata una mia vera forza. Sono sempre stato in grado di farlo, di portare la macchina al pieno potenziale, ogni anno ci sono riuscito. Tentato in ogni modo di evitare il secondo cambio gomme, ho quasi tenuto la prima posizione fino alla fine, ma sono comunque soddisfatto di aver contribuito alla doppietta Mercedes”.

Confronto con gli altri cinque titoli. “In nessun senso è stato l’anno più semplice. Abbiamo perso Niki (Lauda, ndr). Un membro cruciale e fondamentale per noi. Questo è stato il più difficile, solo i migliori atleti ci riescono: non bisogna accusare cali – come io ieri, per esempio – e sapersi risollevare dalle giornate no. E questa macchina non ci ha semplificato la vita. Onestamente andando a Melbourne per il primo GP immaginavo saremmo rimasti indietro. A metà stagione lo eravamo, ed è stata una vera sfida, questa seconda parte. La più complicata mai avuta, combattendo contro la Ferrari e la Red Bull, il che è fantastico. Ma non lo so, ogni viaggio è diverso. Ho condiviso un post questa mattina, sul fatto che ciascuno di noi sta lottando con qualcosa. Qualunque cosa possa essere, piccola o grande. Ho cercato di mostrare alla gente che, dall’esterno, le cose sembreranno sempre fantastiche, ma non lo sono. E sto anche lottando alcuni demoni, su tanti fronti, per assicurarmi di crescere costantemente come persona. Credo la giornata di ieri si sia presentata per mettermi alla prova e sono stato capace di correre una delle mie gare preferite”.

Potenza delle Ferrari e il week-end negativo. “Per quanto riguarda le prestazioni, non sono sorpreso. Anche l’anno scorso partivano in vantaggio. Avevano un’enorme potenza, soprattutto, e ogni volta miglioravano. Questo fine settimana, non so a quale livello sia la loro velocità in confronto alla nostra ma sicuramente non è più come un tempo. Prima parlavamo di sette decimi nei rettilinei”.

Meriti squadra. “Non c’è un solo pilota in passato che abbia vinto un titolo senza avere una grande squadra intorno. Fa parte del gioco il modo in cui utilizzi le risorse a disposizione per plasmare il futuro. Mi sento molto privilegiato a condurre la scuderia nella giusta direzione con lo sviluppo della monoposto affinché diventi più veloce. Abbiamo battuto la concorrenza sia quando l’auto era più prestazionale sia quando non lo era. In particolare, un anno fa, le Ferrari apparivano troppo forti per essere contrastate, ma abbiamo comunque avuto la meglio, lavorando sodo e in sinergia”.

La stagione personale migliore in assoluto. “Sì. Sicuramente. L’anno scorso è stato di crescita continua e penso che anche questo lo sia stato, cercando di ricominciare come avevo concluso. E mi sono confermato per tutta la stagione. Se ci fate caso, sono stato molto regolare nelle qualifiche. Non ho avuto le pole position particolarmente spettacolari del 2018, ma ho chiuso in prima fila o la seconda fila la maggior parte delle volte, eccetto per questo fine settimana. Ed Hockenheim, ma la depenno perché non ero davvero al 100%. Altrimenti sarebbe il campionato migliore, sto lavorando a un capolavoro e non ho ancora finito. Ci vuole molto tempo per padroneggiare un mestiere e mentre mi sento di padroneggiarlo, c’è ancora tanto da apprendere. Altri pezzi da aggiungere al puzzle. Si staglieranno ulteriori alti e bassi lungo il cammino ma sento di avere gli strumenti adatti per farvi fronte.

Calcoli per il campionato. “Mi sono svegliato stamattina e non ci pensavo sul serio. Generalmente lo metto in secondo piano, approccio una gara alla volta. Ha funzionato in passato, non riparo ciò che non è guasto. Ogni fine settimana ti imbatti in così tante persone, territori diversi e devi sempre arrivare con energia positiva, con la giusta forma fisica, il giusto atteggiamento mentale. Comunque, ieri … ho fatto schifo. Adoro le qualifiche e stavo tentando un super giro. L’ho praticato, praticato e praticato, ma va bene così perché se tutto fosse perfetto non ci sarebbe nulla di cui essere entusiasti. Presentandomi quinto, ho assistito a tutte le partenze degli scorsi campionati avute qui per comprendere fin dove avrei spinto la macchina a inizio gara ed ho visto esclusivamente il primo posto. Come potevo farmi sotto al pilota in testa. Non stavo nemmeno guardando la macchina davanti a me, ma Valtteri ed è così che sono fatto, guardo sempre e mi chiedo… chiedevo solo i tempi dell’auto in testa perché è il mio obiettivo. Sono così cablato, fiducioso. Tuttavia, Valtteri si è comportato molto bene oggi, quindi mi rallegro, sinceramente contento per lui: quest’anno ha fatto un lavoro fantastico. Mi piace credere che dalla nostra collaborazione abbia tratto beneficio, creando così nuove strategie, nuovi processi di pensiero, spirito innovativo in termini di stile di guida. Pur mettendo le esperienze in comune, dovevo conservarmi un asso nella manica, sul come centrare determinati risultati e come guidare. Ho faticato per conservare il vantaggio che mi è valso il campionato”.

Obiettivo sette titoli. “Penso che tutto dipenda da come ragioni. Ho sempre detto che raggiungere Michael (Schumacher, ndr) non mi è mai importato. Non sono davvero uno che pensa davvero ai record e a quel genere di cose. Avvicinarmi nei numeri a Michael lo ritenevo inverosimile e ricordo di averne messo parecchio per aggiudicarmi il secondo mondiale. Il primato, così distante in passato, ora sembra così vicino ma fatico ancora a rendermene conto. Rifletto sulle prossime sfide. Guardi queste altre squadre che hanno davvero messo in scena delle prestazioni sorprendenti nella seconda metà della stagione. Ci vorrà un altro carico di prestazioni e lavoro incredibili da parte mia e di tutte le persone che mi circondano e preferisco non pensarci adesso. Inoltre, non voglio impuntarmi per eguagliare Michael … per arrivare a sette: mi godo il presente. Del domani niente è scontato, non so cosa accadrà nei prossimi giorni o mesi, ma quello che devo fare e gli step graduali. Non mi focalizzo sul lungo termine, sulla fine del prossimo anno o sul 2021. Ritengo di avere la capacità di proseguire nella crescita con questa squadra e all’interno della Formula 1, pertanto ciò sarebbe l’obiettivo ma il tempo lo dirà. Oggi come oggi mi impegno di essere il più in forma, sano e sorridente possibile. E godermi questo bellissimo viaggio che chiamiamo vita”.