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Toto Wolff: “Non siamo stati conservativi col motore”

Il team principal commenta “Phase 3” e punzecchia Bottas

Toto Wolff nel paddock Mercedes

Spa, e dunque Monza. L’inizio della seconda metà del Campionato del Mondo di Formula 1 non è stato granché roseo in Mercedes, uscita sconfitta da entrambi i Gran Premi disputati. Anche se gli ultimi appuntamenti, per caratteristiche dei tracciati, favorivano notevolmente le Ferrari, a Toto Wolff brucia sempre stare nel gruppo dei vinti e non dei vincitori, come da consuetudine.

La Mercedes non è più imbattibile: da Verstappen a Leclerc

Dopo il dominio negli otto GP iniziali, sei chiusi con il trionfo di Hamilton e due con quello di Bottas, le prime certezze hanno vacillato in Austria, bruciati da Verstappen, e anche in casa, ad Hockenheim, il pilota Red Bull ha rovinato la festa. In Ungheria quasi si ripeteva lo stesso verdetto, se sua maestà Lewis non avesse sfoderato una delle sue prove capolavoro, bravissimo a trarre vantaggio dall’undercut e ricucire, con le gomme più fresche, un cospicuo ritardo.

E quando l’olandese ha visto eclissarsi la sua buona stella, è salito in cattedra un prospetto altrettanto impavido e ricco di talento: Charles Leclerc. In totale, dal Red Bull Ring all’Autodromo di Monza, la Mercedes ha messo nel suo bottino due gare su sei. Relativamente poco, per il team che ha spadroneggiato nell’era moderna.

Sul mitico circuito di Spa-Francorchamps, la Mercedes ha adottato sensibili cambiamenti: un “cuore” nuovo, così da tener testa allo strapotere del Cavallino Rampante nei lunghi rettilinei. A differenza della parte prettamente guidata, in cui Mercedes è almeno una spanna superiore su tutte le rivali, se il fattore discriminante consiste nella forza bruta allora qualche margine di miglioramento persiste, ancora oggi.

Toto Wolff sulla nuova power unit: “Non abbiamo dovuto gestire la potenza”

Per capire meglio come stanno davvero le cose, Toto Wolff è intervenuto ai microfoni, difendendo il lavoro svolto. Secondo quanto sostiene il team principal, non si sono trovati costretti a gestire la potenza della power unit nell’avvincente confronto con la Ferrari a Monza, malgrado in precedenza circolassero dubbi. Non faceva dormire sonni tranquilli l’affidabilità del motore “Phase 3”. L’ultimo propulsore del Costruttore tedesco ha generato preoccupazioni nel momento in cui è stato introdotto nelle Ardenne, con Sergio Perez (Racing Point) e Robert Kubica (Williams) che hanno riscontrato pecche alle loro unità clienti.

Pur non avendo potuto utilizzare la fabbrica di Brackley – reparto telaistico – la Casa ha attivato il dipartimento motoristico di Brixworth durante la pausa estiva per migliorare ulteriormente, a livello prestazionale, la W10. Ad annunciare la disposizione il numero uno del muretto Mercedes: “La maggior parte dei nostri colleghi di Brackley ha avuto la possibilità di ricaricare le batterie per la seconda metà di stagione, mentre altri membri del team hanno loro rilevato il testimone nelle ultime settimane.

Infatti il nostro gruppo di lavoro a Brixworth ha lavorato duramente durante la pausa estiva della F1 per migliorare le prestazioni e l’affidabilità della nostra power unit. A Brackley abbiamo utilizzato questi giorni di calma per alcuni lavori in fabbrica. È grandioso tornare sapendo che una parte della nostra squadra ha ancora spinto al massimo e siamo grati ai nostri colleghi che hanno tenuto alta la guardia quando non eravamo al lavoro”.

Allora la scuderia aveva un vantaggio di 150 punti tra i Costruttori e Lewis Hamilton di 69 sul primo dei non Mercedes in classifica, Max Verstappen. Eppure, le Frecce d’Argento non intendevano lasciarsi cogliere impreparate: “Negli ultimi anni abbiamo visto dei team mettere in pista prestazioni molto importanti dopo la pausa estiva, dunque abbiamo bisogno di continuare a spingere. Perciò approcceremo la seconda parte del 2019 come se fosse l’inizio di una nuova stagione e ancora una volta cercheremo di non lasciare spazio ad errori, continuando ad alzare l’asticella”.

Il team sapeva di doversi superare a Spa, territorio di conquista per quelle concorrenti che danno il meglio nei lunghi rettilinei. “Il prossimo stop ci porta a Spa, uno dei circuiti più iconici in calendario – aveva dichiarato Toto Wolff -. Trovare il giusto set-up è difficile, perché il tracciato è un mix di lunghi rettilinei, curve ad alta velocità e considerevoli cambi di altitudine. Il meteo può essere imprevedibile nelle Ardenne e questo può rendere le sessioni piuttosto interessanti. Non vediamo l’ora di tornare a dare battaglia”.

I problemi gravi sulle nuove power unit avevano portato a esprimere dubbi se con la specifica tre si sarebbe potuto sprigionare l’intero potenziale, proprio per il timore di accusare ulteriori problemi. “Ora credo di capire come si è sentita la Red Bull nel 2014 e 2015 quando vedi che sui rettilinei non hai chance – aveva ammesso Toto Wolff -. Non è stato un buon fine settimana sul fronte dell’affidabilità, abbiamo introdotto la specifica 3 della nostra power unit e abbiamo avuto due guasti sulle monoposto di Checo e Robert, problemi che non sono stati ancora analizzati in profondità. Questo non ci ha condizionato in modo eccessivo, ma un po’ si. Non abbiamo corso rischi in gara, ma certamente non era una situazione confortevole perché i problemi riscontrati sembrano diversi nella loro natura”.

Potenza sfruttata al 100%

A posteriori, in una gara dove il vantaggio della Ferrari è apparso abbastanza evidente, con nessuna delle due Frecce d’argento in grado di competere sullo stesso piano con Charles Leclerc sui rettilinei, la Mercedes ha comunque dato il 100% in termini di potenza. “No, non eravamo bassi a livello di modalità del motore”, ha dichiarato Wolff, quando gli è stato chiesto se avessero impiegato le power unit in maniera accorta. “Abbiamo utilizzato i motori come previsto e sono davvero felice che abbiano resistito fino in fondo, visti i precedenti problemi con la Phase 3”.

La superiorità della Ferrari va ricondotta anche all’aerodinamica, ma in Mercedes sono consci che il Cavallino Rampante ha un vantaggio in termini di velocità massima anche per la potenza erogata. A ogni modo, Wolff ha rivelato di aver un piano su come rifarsi nei prossimi circuiti e dove compiere progressi in vista del prossimo campionato. Abbiamo una buona comprensione direi, ha affermato. “E dobbiamo colmare il divario. Ovviamente la comprensione è il primo passo per provare a colmarlo. Ma ora Monza è passata, dobbiamo guardare avanti”.

Valtteri Bottas sul mancato sorpasso a Leclerc: “Fuori dalla mia portata”

Valtteri Bottas si è messo all’inseguimento di Leclerc nelle battute conclusive del Gran Premio d’Italia, ma non ha trovato lo spunto decisivo e nemmeno effettuato un tentativo di sorpasso, non potendo mai contare su abbastanza margine. Ogni speranza è tramontata nel momento in cui ha calcolato male lo spazio di frenata alla Prima Variante ad un paio di giri dalla conclusione, lasciando così fuggire il monegasco.

Nel corso della conferenza stampa post-gara, Bottas ha spiegato che, malgrado disponesse di gomme più fresche, in realtà avevano già dato il massimo per consentirgli di rimettersi sotto Leclerc e che gli mancava qualcosa a livello di passo per sferrare l’attacco. “Idealmente avrei voluto gestire di più le gomme, ma per avere una possibilità di vincere la gara potevo solo spingere e questo le ha fatte calare prima”, ha sostenuto il finlandese.

“Negli ultimi quattro giri ho accusato un grande calo, che ha reso tutto più difficile. Quando mi ero avvicinato abbastanza, ho avuto un bloccaggio dell’anteriore in frenata. Qualcosa di simile a quello che è successo a Lewis quando l’ho passato. Da tutti i calcoli, per avere la possibilità di sorpassare, ci vuole un secondo di differenza di ritmo e io ne ho avuto al massimo mezzo quando mi sono avvicinato a Charles. Ci ho provato in tutti i modi, ma oggi era fuori dalla mia portata.

Tuttavia, Toto Wolff dà un’altra versione: Bottas non sarebbe stato in grado di impensierire seriamente Leclerc, come aveva fatto a lungo Hamilton in precedenza, per alcune lacune. “Sembra che faccia un po’ fatica a tirare fuori il massimo dalla macchina quando si trova nella scia di un’altra vettura, ha spiegato. “Lewis è in grado di avvicinarsi di più per mettersi nelle condizioni di fare un attacco. È un qualcosa su cui Valtteri deve lavorare. Ma è stato comunque un weekend positivo, perché è stato veramente veloce, probabilmente era il più veloce in gara”.

Potrà crescere ancora in Mercedes, almeno nel 2020, confermato, con tanto di rinnovo ufficiale, lo scorso agosto. Comunque gli conviene non rilassarli troppo sugli allori perché in tanti puntano a soffiargli la monoposto, anche ex campioni del mondo.

Toto Wolff su Fernando Alonso: “Pilota di qualità, ma con Hamilton non ha funzionato

Fernando Alonso è stato, per esempio, accostato alla scuderia, probabilmente più una suggestione che altro. La convivenza problematica dell’asturiano con Hamilton nel 2007 spingerebbe Toto in un’altra direzione. Non vogliamo ripetere certe storie vissute dai due quando già hanno corso nella stessa squadra”, ha raccontato alla Gazzetta dello Sport. Sul suo valore non ha appunti e l’assenza dai team crede sia riconducibile ad altre ragioni.

“Fernando è sicuramente uno dei piloti più forti, e dopo la sua avventura in Ferrari, non ha più avuto l’occasione di guidare una monoposto competitiva. Per una serie di circostanze, tutti i top team hanno già il loro pilota Alpha”. Non accetta un ruolo di secondo piano: pretende garanzie tecniche. “Alle volte non basta essere un pilota di qualità, è necessario anche fare in modo che si creino le giuste circostanze”.

Sebastian Vettel? “Non si diventa quattro volte campioni per caso”

Altro nome caldo quello di Sebastian Vettel. Lo scorso week-end non è stato facile per lui, dopo la mancata scia datagli da Charles Leclerc nella Q3. Partito quarto, ha sfrecciato nei primi giri prima di finire in testacoda e colpire, mentre provava a rientrare, l’accorrente Lance Stroll. Per il contatto è stato punito con una penalità di 10 secondi, che ha compromesso definitivamente la sua gara, concludendo tredicesimo, mentre Leclerc riportava la Rossa alla vittoria, attesa dal 2020, tenendo dietro le due Mercedes.

In merito, Wolff ha lanciato un’appello ai media, poco clementi con Seb: “Sto solo dicendo di non scrivere male di lui, perché è un quattro volte campione del mondo e la differenza tra il grande e il buono è che i grandi possono rialzarsi. Non ho dubbi che potrà farlo. Ha avuto brutte gare e ora si tratterà della capacità di tornare dove merita di essere. Oggi è un brutto giorno per lui”. Un commento che fa eco a quanto disse a suo tempo: Non si diventa quattro volte campioni del mondo per caso, Sebastian è e resta un pilastro di questa Ferrari. Poi che cosa farà nel 2021 non lo so. Dopo il 2020 è tutto aperto”.

Toto Wolff: Ocon e l’incognita Hamilton

Le carte sul tavolo sono parecchie e anche confermare Bottas nel prossimo anno ha richiesto un’attenta valutazione se confermarlo oppure virare sul rampante Esteban Ocon, attualmente fermo dopo l’anno passato alla Force India, dove si era ben distinto. “È una decisione difficile perché conosco Valtteri sin dalla Formula Renault ed Esteban da quando si faceva le ossa in Formula 3. C’è di mezzo il grande tema di dare una possibilità a un giovane. Nella storia recente della F.1 solo due piloti hanno brillato immediatamente con una squadra di vertice: Lewis Hamilton con la McLaren e Max Verstappen con la Red Bull. Quest’ultima è stata molto brava a concedere all’olandese il tempo necessario per crescere, prima in Toro Rosso e poi per due anni alla Red Bull. Alla Ferrari o alla Mercedes c’è una pressione altissima… detto questo, meritano tutti e due il posto”.

Tra power unit e piloti, la Mercedes ha tanto a cui pensare e anche Lewis Hamilton non è detto possa rimanervi legato in eterno, intrigato dal possibile approdo in Ferrari. “Lewis si trova molto bene in Mercedes. Ha fiducia in noi e noi ne abbiamo in lui. Lo vedete da voi, attualmente non ci sono motivi per interrompere la nostra collaborazione. Eppure, detto ciò, la Ferrari è un mito, un sogno per ogni pilota – ha concluso Toto Wolff -. Ha un fascino particolare sui piloti, qualcosa di veramente forte”.