Hamilton fra ingaggio di 48 milioni e ritiro. Lewis al centro dell’attenzione come non mai. Ralf Schumacher, ex pilota della Williams, è categorico: “A causa della pandemia non c’è un accordo sul salario fra Hamilton e Mercedes. Poi chiaramente contano le motivazioni: Hamilton ha 35 anni e vincerà presto il suo settimo titolo. Ha alle spalle molti anni di viaggi, che contano in termini di energie spese“, queste le parole del tedesco a Sky Deutschland.
Hamilton fra ingaggio di 48 milioni e ritiro: problema Covid
Il pilota britannico pare abbia chiesto alla Mercedes 48 milioni di euro per rinnovare. Ingaggio pesante in considerazione del coronavirus, che sta stroncando tutte le attività (fuorché l’e-commerce). La partita si gioca sul Covid: un conto sono quei soldi in condizioni normali, con la possibilità di ritorni certi o probabili. Un altro conto l’ingaggio con la pandemia.
Lo stipendio giusto del pilota lo fa il mercato
Sbaglia chi reputa i 48 milioni eccessivi. Lo stipendio lo fa il mercato. Se Lewis riesce a trovare una scuderia che sborsa quei quattrini, allora il britannico vale quei soldi e lo stipendio è giusto. Vale così per qualsiasi attività e per ogni professionista nel mondo dello sport. D’altronde, se un Costruttore dovesse mai scucire quella somma, avrebbe poi i suoi ritorni sotto il profilo economico o d’immagine.
Dal 2023 i piloti di Formula 1 guadagneranno meno. Le scuderie hanno deciso di stabilire un salary cap. Ogni squadra potrà spendere al massimo 30 milioni di dollari totali per i due piloti titolari. Ma questo è un altro discorso: se e quando ci sarà il tetto per legge, Lewis dovrà adeguarsi. Fino a quel momento, è suo diritto tirare la corda (lui col suo eventuale procuratore) per cercare di strappare l’ingaggio più elevato possibile.