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Latifi: “Minacciato di morte dopo Abu Dhabi”

Il pilota Williams, Nicolas Latifi, rivela di aver ricevuto messaggi di morte dopo il Gran Premio di Abu Dhabi che ha deciso il Mondiale.

Latifi

Con un suo errore, Nicolas Latifi ha involontariamente deciso la corsa al titolo di Campione di Formula 1. Se non fosse andato a muro nel Gran Premio di Abu Dhabi, e la Safety Car non avrebbe dunque fatto nuovamente irruzione, quasi sicuramente sull’albo d’oro per il 2021 troveremmo oggi il nome di Lewis Hamilton e non quello di Max Verstappen.

Latifi: vittima d’odio sui social

Latifi

Sebbene nessuna delle parti lo abbia (ovviamente!) colpevolizzato, in rete è così partito un processo contro Latifi. Che proprio nelle ultime ore ha scritto un lungo messaggio sui social, atto a denunciare il trattamento ricevuto da alcuni utenti in rete. È stato volutamente lontano da internet per elaborare gli eventi dell’ultimo GP. Gli sono arrivati migliaia di messaggi sui suoi account, pubblicamente e in privato. Tanti sono stati di sostegno, altri contenevano, invece, parole d’odio.

Sin dal momento in cui la corsa è terminata, ha capito cosa sarebbe accaduto sul web e il fatto che la miglior cosa sia stata togliere Instagram e Twitter dal suo smartphone la dice lunga su quanto crudeli sappia essere i leoni da tastiera. Non è estraneo al fatto che la gente parli male di lui, lo deve mettere in conto ogni sportivo che approda a certi livelli. Tuttavia, si è reso sufficiente un incidente nel momento sbagliato per scatenare il delirio. La vicenda è completamente degenerata, provocando i commenti dei soggetti peggiori che si considerano fan della F1. Latifi è rimasto scioccato dalle parole di odio, violenza e addirittura dalle minacce di morte ricevute.

La risposta agli hater

Latifi

Quindi, il pilota della Williams ha porto le sue scuse alla propria scuderia per l’errore, replicando a chiunque riteneva inutile la battaglia in atto con Mick Schumacher che lo ha fatto finire contro il muro in curva 14. Le uniche persone con le quali deve fare ammenda per il ritiro sono gli addetti della squadra, e se ne è occupato immediatamente dopo l’incidente. Tutto il resto è stato fuori dal suo controllo.

Qualcuno ha detto che stava dando battaglia per una posizione senza importanza, ma finché sarà in macchina darà il 100 per cento a prescindere dal fatto che in ballo ci sia un successo, un podio, un podio o anche l’ultima posizione. E vale lo stesso per qualsiasi pilota che scende in pista ogni domenica. Può rispettare chi la pensa diversamente ma a chiunque abbia usato un linguaggio di odio e di violenza, non solamente con lui ma anche con i suoi cari, vuole dire che non sono dei veri appassionati. Per fortuna – ha concluso – è in pace con sé stesso ed è in questo mondo da abbastanza tempo per lasciarsi scivolare addosso la negatività.