Dal Brasile al Qatar, il Campionato del Mondo di Formula 1 non si ferma mai. Il week-end del Gran Premio corso a San Paolo ha offerto intense emozioni, con la rimonta da fuoriclasse di Lewis Hamilton e un incandescente duello con il super rivale Max Verstappen. Ma, per chi si trovava alle spalle del sette volte campione iridato, la storia raccontata ad Interlagos dall’alfiere di Toto Wolff è stata davvero incredibile.Lo ha ammesso negli scorsi giorni Fernando Alonso, uno che la F1 la conosce come le proprie tasche.
Alonso: la Mercedes è di un’altra categoria
Intervistato da Speedweek, il pilota del team Alpine ha espresso profonda sorpresa per quanto occorso già da sabato. O, per essere più precisi, è rimasto spiazzato nell’assistere a un pilota che, in un fine settimana aveva 25 posizioni di penalità, sia riuscito a salire sul gradino più alto del podio. La superiorità del Re Nero è stata incredibile.
Secondo lo spagnolo la vettura di Brackley ha rivestito un ruolo fondamentale, per l’ennesima volta. La scuderia viene da sette Campionati Costruttori conquistati con tale superiorità. Spetta a loro e ai team cercare di eguagliare, perfezionare il loro pacchetto, il loro motore, la loro aerodinamica e così via.
La Red Bull – ha proseguito Alonso – ha fatto un ottimo lavoro in questa stagione, guidando la classifica piloti, ma la squadra anglo-tedesca ha dato prova di non avere intenzione di arrendersi. Da driver ha la sensazione di giocare a basket e di trovarsi davanti un canestro per sé e uno per le altre squadre. La Mercedes va a punti con un canestro grande, mentre a te tocca segnare con un canestro più piccolo. Si perde sempre.
Fernando Alonso ha infine sottolineato l’impegno massimo di chiunque in questo sport. Si allenano parecchio, lavorano al simulatore, ogni volta mettono a repentaglio la loro vita. Ma sono ancora indietro di un giro in ciascun GP e lo sanno in anticipo pure in vista del Qatar. È l’unica disciplina dove succede una cosa del genere. Pensando al 2022 – ha concluso – stanno provando a rendere la competizione un po’ più equa. Non sa, però, se riusciranno nell’obiettivo.