Quando mancano cinque appuntamenti alla conclusione della stagione di Formula 1, l’ultima di Valtteri Bottas con la Mercedes, rischia di scoppiare un ‘piccolo’ caso. L’alfiere finnico lascerà le frecce nere, sostituito dal rampante George Russell per competere tra le fila dell’Alfa Romeo, vedendo pertanto chiudersi la propria parentesi con il team anglo-tedesco dopo cinque anni ricchi di soddisfazioni. Nonostante non sia mai riuscito a eguagliare gli standard di rendimento del compagno di paddock, Lewis Hamilton, il 32enne di Nestola ha apportato un contributo fondamentale sia nell’aiutare l’inglese ad aggiudicarsi i suoi quattro titoli iridati che nel portare punti utili alla scuderia e permetterle di assicurarsi altrettanti Mondiali Costruttori.
Bottas: la stilettata di Wolff
Il team principal Toto Wolff è ben consapevole dell’importante ruolo rivestito da Bottas nei giochi Mercedes. Ecco perché, almeno durante le uscite con le stampa, ha sempre dispensato elogi nei confronti del pilota. Pertanto, appaiono quantomeno spiazzanti le recenti dichiarazioni rilasciate dal 49enne austriaco in prossimità del Gran Premio del Messico. Esternazioni che lasciano presagire un congedo senza l’onore delle armi. Peraltro, mentre le lotte iridate sono ancora nel fiore e l’esito tutto da stabilire.
Intervistato da Speedweek sulla prossima avventura di Bottas in Alfa Romeo, il deus ex machina della squadra ha desiderato sottolineare che il finlandese può far bene ma non è un fenomeno al livello di Hamilton o Verstappen. Secondo Wolff, assumerà la leadership in Alfa Romeo. È in grado di consentire al team di migliorare. Poi la stoccata: non è certo un fenomeno come Lewis o Max, cosa molto rara – ha dichiarato -, ma di recente in Turchia, ad esempio, ha guidato meglio di entrambi.
Il commento contraddice quanto Wollf è andato avanti a ripetere fin dall’approdo di Bottas in Mercedes, ossia di considerarlo un driver di prim’ordine. Non il modo ideale per lasciar partire chi, dal primo giorno, si è immancabilmente messo a disposizione per le sorti del gruppo, sacrificando spesso le velleità personali a favore di Sir Lewis.