Toto Wolff, capo di Mercedes, e Lawrence Stroll, proprietario di Racing Point, non hanno partecipato agli ultimi incontri telematici di Formula 1 organizzati sulla scia della crisi del coronavirus. Questa circostanza collega nuovamente il manager austriaco a una posizione presso Aston Martin, una società recentemente acquisita da Stroll. Gli ultimi giorni sono stati fondamentali nel futuro del Grande Circo. Le dieci squadre si sono incontrate in videoconferenza con Formula 1, FIA e Liberty Media per gestire la situazione del coronavirus e il suo impatto sulla Formula 1. Ieri hanno deciso di rimandare fino al 2022 il regolamento che sarebbe entrato in vigore la prossima stagione.
Tuttavia, entrambi gli incontri hanno avuto due importanti assenze: Toto Wolff e Lawrence Stroll non hanno partecipato. I due team erano rappresentati, da James Allison, direttore tecnico di Mercedes, e Otmar Szafnauer, team leader di Racing Point, secondo quanto riporta il quotidiano britannico Daily Mail. Tuttavia, l’assenza di entrambi e il fatto che hanno viaggiato insieme dall’Australia ha alimentato le voci di un possibile approdo dell’austriaco in Aston Martin. La Mercedes, tuttavia, ha negato che l’assenza di Wolff abbia a che fare con un futuro del manager dell’Aston Martin.
“I suggerimenti che Wolff sarebbe diventato CEO di Aston Martin sono aumentati giovedì sera, anche se Mercedes li ha negati”, ha dichiarato Jonathan McEvoy, corrispondente del quotidiano britannico Daily Mail. A partire dal 2021, Racing Point sarà ribattezzato Aston Martin. Due giorni fa, Stroll ha sfruttato il coronavirus per ottenere il controllo su Aston Martin e ha acquisito il 25% del marchio. Il contratto di Wolff con Mercedes scade entro la fine dell’anno, quindi il suo futuro è attualmente in dubbio.
D’altra parte, la stampa britannica nota anche che c’è stata una discussione accesa tra Christian Horner e Zak Brown con Mattia Binotto nei colloqui sul futuro della Formula 1. Il boss della Ferrari era riluttante a rimandare il regolamento del 2021, mentre Red Bull e McLaren hanno sostenuto il rinvio per il bene comune. “C’era una grande rabbia per il rifiuto di Binotto di cedere al rinvio dei regolamenti del 2021. Faceva molto caldo. Non voleva dare un vantaggio competitivo per il bene comune”, sottolineano. Infine, quelli di Maranello hanno ceduto e Binotto ha assicurato che lui e il suo team avrebbero sostenuto il rinvio della nuova era di Formula 1..
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