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Mercedes F1: il segreto della rimonta di Hamilton in Brasile

La rimonta formidabile di Lewis Hamilton al Gran Premio del Brasile è andata oltre ogni aspettativa. Ecco da cosa sarebbe potuta dipendere.

Mercedes Formula 1

In attesa di scoprire quale sarà il verdetto del Qatar, il Brasile ha fornito delle risposte importanti riguardo al duello tra Red Bull e Mercedes. Dopo aver dominato in maniera incontrastata negli ultimi anni, la scuderia anglo-tedesca vede il proprio predominio in serio pericolo. Eppure, la rimonta di Hamilton sia durante la gara sprint di sabato sia nella gara di domenica in Sudamerica ha lasciato gli appassionati e gli addetti ai lavori a bocca spalancata. Una delle principali ragioni consta nella percezione di potenza del nuovo propulsore a combustione interna del Re Nero, che ha spinta la monoposto costantemente a primeggiare negli allunghi del circuito sudamericano.

Mercedes F1: come può essere spiegata l’impresa di Hamilton

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Il team di Chris Horner ha naturalmente puntato il dito contro la super-potenza Mercedes, ma le allusioni ai circa 30 km/h di differenza di velocità in rettilineo non paiono una motivazione sufficiente per giustificare l’andamento. Al contrario, ha avuto più rilievo la conferma dello stesso Toto Wolff, il quale ha asserito che la power unit della W12 ha un problema di affidabilità ma non ne riscontra in termini di potenza. Pertanto, ha lasciato intendere che quando la squadra monta una nuova unità con l’opportunità di sfruttarne al pieno le potenzialità, l’output di potenza fa mangiare la polvere alle rivali.

Di conseguenza, in rete sono uscite varie interpretazioni circa le eventuali anomalie alla luce delle prestazioni “fuori scala” mostrata da Mercedes. Un valore essenziale per le analisi – ha scritto FormulaPassion.it – sono le evoluzioni per minuto del motore. Da lì hanno condotto un’analisi statistica relativa all’intero campionato, focalizzandosi sul gap in gara. Oltre alle due Mercedes e alla Red Bull di Max Verstappen, si sono prese in esame le McLaren, guidate da Norris e Ricciardo, e le Ferrari di Leclerc e Sainz, utilizzando le due ultime scuderie a mo’ di “controprova” dei dati rilevanti sulle compagini top.

Raccogliendo ogni dato, si nota che, per quanto concerne Valtteri Bottas, la corsa di Interlagos è stata conservativa in riferimento al motore. Non pareva attendibile che un valore tanto basso ottenuto nei giri di centro cambiata fosse unicamente dettato da una mappatura conservativa, ma almeno una parte del modico valore pare riconducibile alla strategia adottata. Invece, Hamilton ha remato in direzione totalmente differente.

Le motivazioni dietro all’exploit

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Sebbene il vero valore aggiunto sia unicamente noto presso il quartier generale di Brackley, la sensazione è che Mercedes abbia forzato come mai prima in stagione, correggendo in maniera considerevole i parametri di utilizzo del motore a combustione interna. Fare recuperare le posizioni di penalità ad Hamilton ed impedire a Verstappen di arrivare a più di 25 punti di vantaggio era evidentemente imprescindibile, per tenere accesa la speranza di non cedere lo scettro. Nei limiti del regolamento, i campioni in carica hanno dato fondo alle energie e ne sono usciti con ritrovate certezze.

Le informazioni raccolte confermano una Red Bull conservativa sull’unità propulsiva, e una W12 che sta invece spingendo come mai prima nell’annata su tale aspetto, per cui le due rivali si trovano in un momento di massimo divario sotto tale versante e perciò le differenze appaiono ancora più marcate. Poco ma sicuro, Wolff e soci, forti della conclamata esperienza consolidata nel empo, hanno scelto la pista adatta per disporre il cambio motore di Hamilton e ricorrervi, dunque, in modo particolarmente spinto.

l quesito spontaneo è se tali performance saranno confermate anche per le tre gare rimanenti, oppure già in questo fine settimana suonerà ben altra musica. Sembra sia passata un’eternità dall’ultima volta in cui Mercedes ha visto il proprio strapotere messo in discussione. Ci ha provato la Ferrari, ma mai come stavolta regna equilibrio, destinato a protrarsi sino al GP conclusivo.