Le auto elettriche targate Mercedes potrebbero venire realizzate in futuro presso gli stabilimenti produttivi presenti in India. A comunicarlo in un articolo è la testata locale The Hans India, che fornisce una panoramica discretamente dettagliata della situazione. Il pezzo pubblicato tra le pagine del portale prova a trovare una risposta per questo possibile cambiamento. Se ciò avverrà lo scopriremo solo vivendo, in quanto di annunci definitivi diramati dalla Casa tedesca non ne sono fin qui usciti. Ma non è nemmeno una fantasia, date le dichiarazioni rilasciate da un grosso esponente della società.
Mercedes: consolidamento in India
Sulle colonne del magazine online si apprende come i dazi inferiori sanciti dalle autorità nazionali non favorirebbero esclusivamente l’assemblaggio di veicoli “alla spina” a Pune, bensì inciderebbero in maniera forse decisiva circa l’abbassamento dei prezzi, malgrado bisognerebbe andarci cauti con certe previsioni. Difatti, la produzione su vasta scala rimane tuttora lontana. Insomma, prendendo in prestito un modo di dire tipicamente nostrano, di pastasciutta da mangiare ce n’è e pure tanta prima della svolta.
I portavoce Mercedes Benz, leader nel Paese asiatico per ciò che concerne la fascia dei veicoli premium, hanno dapprima insistito su un punto ritenuto cruciale. Sperano di assistere in un approccio meno ostile dalle istituzioni governative, e pertanto in uno sconto sui dazi all’importazione.
Premesso ciò, per le sue auto completamente costruite, che annoverano le EV, lo scenario è promettente. L’eventuale assemblaggio dei mezzi a zero emissioni in India è reale data l’eccellente accoglienza riscossa sul mercato. Il pubblico ha dato dimostrazione di apprezzare parecchio i prodotti del brand e il management è attualmente riunito attorno a un tavolo per valutare il da farsi.
I dazi sanciti
Nel corso del 2020 l’azienda ha introdotto il suo primo EV, la Mercedes EQC, e applicato successivamente un rincaro nel prezzo di listino. Di recente si è dato il via alle prenotazioni per il secondo lotto, visto che il primo è andato sold-out, in anticipo rispetto alle stime degli analisti interni. L’importazione di auto come CBU (Completely Built Up, cioè interamente prodotti nello Stato asiatico) comporta il pagamento di una tassa del 60 per cento, mentre per quelle che costano oltre 40 mila dollari il corrispettivo è del 100%.
Al contrario, per le vetture contrassegnato CKD (Completely Knocked Down), il dazio scende tra il 15 e il 30 per cento. Per tali si intendono le sottoporti scelte e aggregate in maniera tale da consentire il completo assemblaggio di un bene industriale cominciando da zero. I componenti sono tipicamente costruiti in una Nazione o regione, poi esportati in un’altra per effettuare l’operazione conclusivo. Per le elettriche la cifra da versare è del 15 per cento, mentre in forma SKD (Semi Knocked Down, ossia i veicoli finiti “marcianti” e poi scomposto in un numero davvero contenuto di pezzi) è del 25 per ceto.
Le parole di Martin Schwenk
Martin Schwenk, MD e CEO di Mercedes Benz India, ha evidenziato che l’assemblaggio locale dei prodotti globali è supportato da aliquote di servizio inferiori, per le quali hanno pure iniziato, dal 2020, a comporre le auto AMG a elevate prestazioni. In futuro, se la domanda del mercato per le vetture elettriche crescerà, è concreta la possibilità che si faccia altrettanto con le elettriche, ha concluso Schwenk.